Nonostante la denuncia penale ed il processo in corso (la presunzione di innocenza nonostante il rito abbreviato è sempre valida), si continua il taglio del bosco ceduo sul Monte Artemisio. E’ evidente che alla base di queste difformità, ci sono delle regole sbagliate. Innanzitutto il numero delle matricine che per un discorso unicamente paesaggistico (art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana), dovrebbero essere raddoppiate. Discorso simile vale per i mezzi meccanici che vengono utilizzati, camion a tre assi, “ragni” e cingolati (questi ultimi dovrebbero essere vietati) che di certo non badano ai molteplici reperti archeologici presenti sulla montagna per non parlare del sottobosco che viene totalmente distrutto. A tutto ciò aggiungiamo che le aree che subiscono il taglio sono all’interno di un Parco Regionale ove sono presenti numerosi sentieri che grazie al Parco stesso ed a numerose associazioni (in primis il C.A.I. Sezione di Frascati e S/Sezione di Genzano e Velletri), sono segnati con tabelle e segnaletica bianco/rossa con vernice.
Ancora una volta chiediamo che tale zone sentieristiche,
fonti e fontanili, Casa del Parco “Rifugio Forestale dell’Artemisio” e Zone
Archeologiche (vedi Carta Archeologica di Velletri di Manlio Lilli), vengano
fatte salve dal taglio del bosco ceduo per una distanza dalle stesse di circa
10 metri lineari ed al contempo tale spazio venga utilizzato per la
riforestazione .
Proponiamo altresì che l’area attualmente soggetta a
taglio ceduo (soprastante la Casa del Parco “Rifugio Forestale
dell’Artemisio”), vista la pericolosità dell’area e la conseguente chiusura per
rischio frana, venga esclusa dai prossimi tagli e contemporaneamente in accordo
con Comune di Velletri e Parco dei Castelli Romani, recintata e dedita alla
riforestazione con essenze autoctone come da progetto presentato dal
Coordinamento Natura e Territorio dei Castelli Romani.
Tali proposte verranno formalizzate quanto prima alle
autorità competenti.
20230114