lunedì 30 giugno 2008

Anche al Consiglio Comunale NO alla bretella !

Su richiesta in convocazione straordinaria urgente dei consiglieri comunali di PdL, Udc e Mpv si discuterà martedì 1° luglio sul tracciato della bretella Cisterna - Valmontone. Ancora una volta soci ed amici del Circolo La Spinosa, gli ambientalisti e tutti coloro che hanno a cuore la difesa del territorio, sono chiamati ad essere presenti al Consiglio Comunale per dare forza ad una idea diversa di sviluppo della nostra città che vuole preservare la campagna produttiva, i territori incontaminati, le contrade abitate ed il paesaggio dall'ennesimo attacco di asfalto e cemento. Tutti dunque alle ore 16.30 a Piazza Cesare Ottaviano Augusto affinchè gli 800 milioni di € investiti in un'opera inutile e dannosa, vengano riconvertiti su opere davvero necessarie alla collettività ad iniziare dal trasporto su rotaia.

mercoledì 25 giugno 2008

Una occasione alle ortiche ?

Riceviamo e pubblichiamo la risposta di Roberta Bisini a Danilo Rossi sull'argomento Parco e sua perimetrazione

Caro Danilo, il tempo si è fermato in sezione
(ovvero 50.000 ettari di Parco)

È vero, come scrive Danilo Rossi nella sua rubrica Nero su bianco che il dibattito in Consiglio Comunale sulla perimetrazione del Parco dei Castelli Romani costituisce oggi solo motivo di noia, e ciò per una serie di motivi.
Il primo è che è totalmente inutile: un ordine del giorno del Consiglio Comunale di Velletri rispetto al tema ha la stessa valenza di un ordine del giorno sulle armi nucleari in Iran o sul contingente italiano in Afghanistan cioè zero assoluto, forse sarebbe stato più proficuo se i nostri consiglieri comunali si fossero occupati della formazione della Nazionale di Donadoni, avrebbero probabilmente fatto un servizio più utile per la comunità.
In secondo luogo è insopportabile perché si basa su dati di fatto non obiettivi: si ignora o si fingono di ignorare le competenze regionali, le leggi nazionali e soprattutto le direttive dell’Unione Europea relative alle aree protette, particolarmente quanto stabilito riguardo al SIC dell’Artemisio che, essendo per l’appunto Sito di importanza comunitaria è vincolato da questo molto più che dall’essere area protetta.
In terzo luogo è dannoso in quanto l’esercizio dell’occultamento della verità aumenta l’ignoranza su temi come quello dell’ambiente che dovrebbe invece trovare approfondimenti teorici e pratiche ecologiche in ognuno di noi. A questo proposito anche tu caro Danilo cadi nel trabocchetto e non ti rendi conto che basta leggere le cronache locali dei giornali nazionali per vedere quali e quante attività sono svolte dal Parco a favore della collettività: basta saper leggere il sito del Parco per esempio per avere un minimo di informazione corretta (www.parcocastelliromani.it) ed è paradossale che nel 2008 si facciano non solo polemiche, ma addirittura un consiglio comunale dove evidentemente neanche uno dei consiglieri si è preso la briga di documentarsi in rete (per la serie “la politica al passo con i tempi” mi chiedo se il dibattito sul bilancio comunale si farà col pallottoliere). Per esempio tramite il programma di visite guidate del Parco “Cose mai viste” (anche il sito www.cosemaiviste.it) sono stati e saranno portati a scoprire le bellezze naturalistiche e archeologiche della nostra città molti più visitatori che in 30 anni di Assessorati al turismo di Giunte di Centrosinistra e Centrodestra. Inoltre, come sicuramente argomenterà presto l’Assessore all’agricoltura Carlo Guglielmi, avrà la precedenza nell’accesso ai finanziamenti del PSR (Piano di Sviluppo Rurale) sempre dell’UE chi opererà all’interno di un’area protetta, quindi, con una provocazione paradossale, il PD, se facesse una politica rivolta al futuro e non agli anni ‘80, dovrebbe chiedere l’inglobamento dei terreni agricoli di Velletri all’interno dell’Area Protetta e arrivare così ai 50.000 ettari del titolo.
Ma ciò che più tormenta è, come hai scritto tu, il fermarsi del tempo rispetto al dibattito; dal lontano 1995 anno nel quale l’amministrazione comunale guidata da Ciafrei prendeva per la prima volta un atteggiamento ambiguo e controverso rispetto alla questione dei confini nulla è cambiato: nel frattempo c’è stato il Protocollo di Kioto, un’assunzione di responsabilità di governi, la comunità scientifica si è espressa in maniera inequivocabile circa i mutamenti climatici e gli effetti disastrosi che ne conseguono, e all’interno dei partiti, mi riferisco in particolare al Partito Democratico, facendone parte, si continua a sostenere una posizione ambigua rispetto al tema del Parco.
È vero che nel dibattito consiliare è stato detto a chiare lettere che non c’è possibilità alcuna di sanatoria per le costruzioni abusive ricadenti in area protetta ma si è continuato a “comprendere” e a sostenere le ragioni dei cacciatori, come se la caccia, attività invero secolare, fosse un motore attuale dello sviluppo, quando per ragioni storiche e sociali, oramai è rimasto il triste divertissement di qualche anziano che si rifiuta di fare altra attività sportiva senza ammazzare esseri viventi.
Se il PD vuole sostenere un progresso ecologico, un’idea cioè di creare a Velletri le basi di un’economia reale che salvaguardi e soprattutto valorizzi i veri tesori della città che sono la natura, le tradizioni e la storia e non certo l’abusivismo e la caccia non può permettersi di agire come se nulla fosse successo negli ultimi 20 anni, come se soprattutto non ci fosse alla base dell’azione politica il bisogno di esprimere con forza l’etica delle scelte fatte in nome della collettività e dei bisogni generali.
Le ragioni dell’ambiente sostenute anche in questa occasione con forza dal Circolo La Spinosa, dalla Lipu, dal WWF, da Italia Nostra sono le ragioni di Velletri, sono le premesse perché questa città sia un motore di progresso ecologico e non il rifugio di una certa “nostalgia canaglia” specie se si tratta di quell’abusivismo che costituisce il vero cancro di questa città.
Queste motivazioni non possono non trovare spazio anche all’interno di un partito nuovo che, con la sua costituzione, ha inteso rinnovare profondamente la politica. La scommessa di un cambiamento passa anche attraverso piccole grandi questioni da affrontare con chiarezza dimenticando e superando atteggiamenti ipocriti e di basso profilo. È ora che si parli, con cognizione di causa, di progresso ecologico, di turismo naturalistico, di agricoltura biologica di qualità, di tradizioni da salvaguardare (dai carciofi alla matticella, alle camelie), di riscoperta di un’identità veliterna e castellana che rafforzi il senso di appartenenza ad una Comunità vera e nello stesso tempo attragga il cittadino consumatore consapevole. Questa è l’opportunità che ci offre essere all’interno di un’area protetta, questa è l’occasione che con l’ultimo consiglio comunale abbiamo (spero solo momentaneamente) buttato alle ortiche.

lunedì 23 giugno 2008

Italia Nostra su Parco e perimetrazione




Il Parco Regionale dei Castelli Romani è stato istituito dalla Legge Regionale n. 2/84 con una perimetrazione provvisoria che comprendeva gli interi territori dei 15 comuni del consorzio. Successivamente la Legge Regionale n. 64/84 ha ristretto la perimetrazione escludendo i centri storici, la Valle Latina ed il versante sud del monte Artemisio.
Dopo diverse vicende il commissario ad acta “Ravaldini” (1998) ha adottato la perimetrazione definitiva (pari a circa 15000 ettari), riconoscendo le ragioni delle associazioni ambientaliste che richiedevano l’ inclusione all’ interno della perimetrazione dei centri storici e delle zone SIC (siti di interesse comunitario), ricomprendendo, quindi, anche il versante sud del monte Artemisio che è un sito di interesse comunitario.
Pochi giorni fa il consiglio comunale di Velletri con una delibera che ci appare confusa: non riconosciamo nel testo gli esatti riferimenti alle leggi istitutive del parco, si è espresso per un restringimento dei confini del parco.
Tale atto è oltremodo tardivo: registriamo 10 anni di ritardo rispetto alla adozione della perimetrazione definitiva.
Italia Nostra - Castelli Romani non intende entrare nella polemica della perimetrazione che ormai è definitiva e non può costituire argomento di contrattazione e di polemiche tardive.
Ricordiamo, però a tutti, le opportunità che un’ area protetta offre alle popolazioni locali, come ad esempio la possibilità di accedere a finanziamenti europei per lo sviluppo socio-economico cui evidentemente il consiglio comunale di Velletri intende rinunciare.
Facciamo, infine, presente che è una prassi urbanistica consolidata comprendere nei parchi regionali non solo le zone boscate e i centri storici di piccoli comuni, ma anche interi agglomerati urbani con il caso del parco regionale della Valle del Ticino che comprende la città di Pavia, il parco naturale del Mincio che comprende la città di Mantova e il parco dell’ Adda Sud che comprende la città di Lodi.
ITALIA NOSTRA CASTELLI ROMANI
Grottaferrata, 22 giugno 2008

domenica 22 giugno 2008

Perimetrazione: l'ostilità è figlia della cattiva informazione


In merito all’argomento, intendiamo precisare che purtroppo e sicuramente non a causa dei mezzi di informazione, sulla questione Perimetrazione c’è poca chiarezza.
La cattiva informazione è infatti spesso alla base del malcontento che alimenta l’ostilità verso le aree protette ed in particolar modo verso il Parco Regionale dei Castelli Romani. Il nostro Circolo assieme al WWF dei Castelli Romani, ha ritenuto perciò opportuno distribuire un pieghevole edito circa 10 anni fa che rimane, purtroppo, di straordinaria attualità.
Ci preme in particolar modo comunque evidenziare che in alcuni articoli e comunicati stampa si fa riferimento alla Perimetrazione indicandone il confine “fino alla ferrovia da un lato e sulla via Ariana dall’altro lato, praticamente fino al centro urbano di Velletri”. Ciò non corrisponde alla realtà. In effetti il Parco dei Castelli, come ogni area protetta, ha una sua zonizzazione ovvero superfici che godono di tutele diverse. Ciò che in effetti arriva a lambire la città secondo il piano Ravaldini è l’Area Contigua. L’effettivo perimetro del Parco per quanto riguarda Velletri, si limita a comprendere tutta l’area boscata sud del Monte Artemisio.

sabato 21 giugno 2008

Riperimetrazione del Parco: una scelta che minaccia ecosistemi e integrità del paesaggio


La LIPU di Latina , in accordo con le posizioni già espresse dal Circolo La Spinosa per l'Ambiente e dal WWF dei Castelli Romani esprime la propria preoccupazione per le scelte poste in essere dal Comune di Velletri inerenti la riduzione del territorio del Parco dei Castelli Romani. Una scelta politica che va nella direzione opposta rispetto a quella della tutela e salvaguardia della biodiversità in un'area di grande pregio naturalistico e con importanti presenze avifaunistiche e che fa capire quali siano realmente gli interessi e gli obiettivi degli amministratori locali. L'area naturale protetta del Parco dei Castelli Romani esiste per salvaguardare le risorse ambientali presenti, per promuovere e sviluppare azioni di educazione ed informazione ambientale nei confronti degli studenti e dei cittadini che vivono la realtà del Parco ma per assolvere al suo compito deve essere supportata da scelte socio-economiche che si integrino con quelle, imprescindibili, di salvaguardia ambientale. Ancora una volta si vede nel Parco un limite allo sviluppo, una vera e propria "mummificazione" del territorio; concetti oramai superati. Il Parco, moderno, svolge un'azione fondamentale di programmazione ed organizzazione degli interventi sul territorio, di scelte orientate alla sostenibilità, di sviluppo di attività economiche che siano concorrenti alla conservazione dell'ambiente, nell'interesse della collettività che vive la realtà del Parco e non degli interessi di pochi.
LIPU Lega Italiana Protezione Uccelli ONLUS
Sezione Provinciale di Latina
http://www.lipulatina.it/
info@lipulatina.it
tel.fax 0773.484993

mercoledì 18 giugno 2008

Con La Spinosa riparte M.A.I.A.


Dopo l'impegno dello scorso anno, M.A.I.A. (Movimento Anti Incendio Artemisio) si rimette in moto con il nostro Circolo. Continua così una iniziativa concreta contro l'azione di incendiari e piromani del Monte Artemisio. M.A.I.A. è una associazione di volontari preoccupati per gli incendi che hanno colpito pesantemente la montagna negli scorsi anni. Essi effettuano delle passeggiate sulle falde sud per tenere sotto controllo la situazione e segnalare eventuali principi di incendi e comportamenti sospetti. Gli associati non intervengono nelle operazioni antincendio e si limitano soltanto alla segnalazione. Le operazioni verranno effettuate in accordi con le autorità preposte all'antincendio dell'area da noi osservata ed in particolar modo: Corpo Forestale dello Stato, Parco Regionale dei Castelli Romani, Vigili del Fuoco e Polizia Locale. Nei prossimi giorni verranno resi noti i recapiti relativi a M.A.I.A., nel frattempo sono attivi i contatti del Circolo La Spinosa.

lunedì 16 giugno 2008

Uscita con La Spinosa


Domenica 22 giugno escursione sul Monte Viglio nel Parco Regionale dei Monti Simbruini.
La passeggiata che durerà circa 6 ore complessivamente ed affronta un dislivello di circa 550 mt (salita) è adatta a persone esperte o allenate. Informazioni ed iscrizioni in sede martedì 17 giugno dalle ore 19.00. Contatto telefonico 328.3864047.

Difendiamo il Parco dei Castelli Romani

Il WWF giudica negativamente la nuova Amministrazione di Velletri
Il Parco Regionale dei Castelli Romani è di nuovo sotto attacco, questa volta a scagliarsi contro è il Comune di Velletri, che con un ordine del giorno, votato in un Consiglio Comunale Straordinario, chiede la possibilità di diminuire la perimetrazione del Parco nella parte del territorio del monte Artemisio, più precisamente sulla cresta. La nuova giunta e il nuovo Consiglio Comunale continuano sulla vecchia strada, nessuna novità sulla tutela dell’ambiente e sul rispetto del territorio, piuttosto si preferisce la via del cemento e della caccia, spinti sempre più dalla lobby dei “cacciatori” e dei costruttori, facendo apparire il parco come un mostro che fa male agli interessi della cittadina, dimenticandosi che invece le Aree Protette servono proprio a garantire un sano sviluppo agli abitanti, grazie ad una natura incontaminata e viva, e quindi a difendere i più deboli dagli interessi speculativi ed individuali, che non hanno nessun interesse verso il bene della popolazione o dell’ambiente, ma guardano solo alle proprie tasche. “La nuova Amministrazione – dichiara Fabio Papa, Responsabile WWF Castelli Romani – si presenta sotto i peggiori auspici per quanto riguarda gli aspetti ambientali, la richiesta di ridimensione del perimetro del Parco è un regalo agli speculatori e distruttori della natura”. Una sentenza del TAR Lazio del 2000 sancisce un perimetro definitivo del Parco, un perimetro che invece che ridimensionare dovrebbe allargarsi comprendendo i due SIC (Siti di interesse Comunitari) quello dell’Artemisio e quello del Cerquone - Doganella , che ora solo in parte ricadono in area protetta. Il WWF chiede che l’Amministrazione cominci a capire l’importanza di un Parco e delle sue possibilità, che non guardi l’area protetta come un vincolo ma come una possibilità che tenga lontani gli interessi speculativi e punti a sviluppare interessi collettivi sostenibili.
Comunicato del WWF Castelli Romani

sabato 14 giugno 2008

SERVADIO COME CESARONI


Il Parco è di tutti, gli interessi di pochi …

Dopo più di quattro ore di discussione durante le quali si sono cimentati oratori per tutti i gusti che hanno ad arte dimenticato di citare la sentenza del T.A.R. del Lazio del 2000 e che, oltre all’area del Parco stesso, esiste un’Area Contigua, nulla cambia rispetto alla precedente amministrazione. Solo tanta confusione per ritrovarsi al punto di partenza.
Il furbesco tentativo per giustificare eventuali incaute promesse professionali di condono edilizio che mai potranno essere approvate per una serie di normative precedenti l’istituzione del Parco, addossando infine a quest’ultimo la colpa di tutti i mali, è andato in porto.
Alla fine del Consiglio Comunale Straordinario viene votato un ordine del giorno che chiede di verificare la possibilità di arretrare la perimetrazione del Parco sulla cresta. Con una maldestra prova di diplomazia politica dal risultato risibile e solo per un voto di scarto, non passa la mozione della Sinistra Arcobaleno nella quale si cita il limite dell’area tutelata deciso dal Commissario Arch. Ravaldini e di cui non se ne chiedeva affatto l'arretramento. Un atteggiamento non chiaro che non accontenta nessuno ed evidenzia che, al di là del programma elettorale, esistono altri "programmi" non scritti. Il risultato è comunque il solito, da quasi vent'anni e non si riesce ad evolvere nel pensiero e nell'atteggiamento che si deve avere verso l'ambiente come se in questi anni, nulla fosse successo.
Resta comunque il fatto che il Comune di Velletri può esprimere un’opinione sulla perimetrazione ma dovrà poi attenersi al parere della Regione.
La normativa in vigore sancisce che il confine del Parco comprende l’area boscata delle falde sud del Monte Artemisio dal 1998, come ribadito lo scorso anno dall’Ente Parco.
E’ tempo comunque che si guardi finalmente al Parco Regionale dei Castelli Romani ed alle aree tutelate in generale, come un’occasione di sviluppo compatibile con l’ambiente piuttosto che di restrizioni e divieti. Uno sviluppo che privilegi l’agricoltura di qualità ed il turismo culturale e naturalistico di cui il nostro territorio è ricco.
Le più o meno velate giustificazioni di un abusivismo selvaggio ci fanno inorridire. Ben venga la legalità e ben vengano le demolizioni attese da troppo tempo. E' ora che si parli non solo di accettare un parco fin'ora negato ma che si dia il via al recupero di aree degradate e compromesse proprio da quell'abusivismo senza regole e colori che ha e sta ancora devastando tutto il territorio nazionale. Bene ha fatto il Parco ad acquistare 10 ettari di bosco. E' nostra intenzione verificare la possibilità di acquisire altre aree attraverso sottoscrizioni popolari determinando così una sorta di "azionariato ambientalista".
La Spinosa per l’Ambiente
Anche su controluce.it http://www.controluce.it/node/5047

giovedì 12 giugno 2008

Il Comune di Pomezia contro Roma-Latina e Cisterna-Valmontone


Martedì 10 giugno, dopo un estenuante "tour de force", dalle ore 11 alle ore 21, il presidio della sala consigliare da parte del Comitato ha ottenuto l'espressione di parere NEGATIVO all'autostrada e alla bretella. Il voto è stato espresso con delibera, con l' immediata esecutività e votata all'unanimità!
Pomezia si affianca dunque ad altri due Comuni coinvolti da queste due opere inutili e dannose: Labico e Cori.
Su http://it.youtube.com/watch?v=a4nkJs9bGvg le immagini del corteo di Pomezia dello scorso sabato con lo striscione "RISPETTO DEL TERRITORIO NON C'E' ALTRA STRADA" del Comitato NO alla bretella Cisterna-Valmontone.

Parchi nel Lazio - Una corretta informazione per un consenso consapevole

Il Circolo La Spinosa per l’Ambiente, distribuirà a partire da oggi un pieghevole edito dal WWF Castelli Romani circa 10 anni fa ma che, purtroppo, è di incredibile attualità.
Anticipiamo qui di seguito le conclusioni di questo opuscolo che analizza brevemente anche questi altri temi: i parchi e la proprietà privata, i parchi e la silvicoltura, i parchi e l’edilizia, i parchi e le attività locali, i parchi e la caccia, parchi ed economia e gestione dei parchi.

PARCHI NEL LAZIO

Una corretta informazione per un consenso consapevole

Una guerra assurda contro un nemico inesistente

Da quando esiste la legge quadro regionale sui parchi e le riserve (n.29 del 1997) si è costruita una campagna avversa e spesso dai toni accesi fondata unicamente su interessi egoistici e del tutto irrilevanti di fronte agli obiettivi che, con le zone protette, potrebbero essere conseguiti.
La conservazione delle bellezze naturali e del patrimonio faunistico e vegetazionale per una migliore qualità della vita e per il dovere morale di garantire un sacrosanto diritto delle generazioni future.
Lo sviluppo economico e sociale delle zone marginali nelle quali è oggettivamente impossibile qualsiasi altro investimento diverso dalla valorizzazione del turismo e delle attività produttive locali (artigianato, allevamento e agricoltura).
La salvaguardia di un bene universale che appartiene a tutti. Dall’integrità dell’ambiente naturale e dalla tutela dei bacini idrografici dipendono la fertilità della terra e la qualità dell’acqua potabile (bene ormai raro e di assoluta necessità).
Indubbiamente il perseguimento di queste finalità comporta l’incompatibilità (non la preconcetta avversione) con alcune attività a cui si può benissimo rinunciare, quali le espansioni edilizie non giustificate da reali esigenze e la caccia che, in ogni caso, potrebbe trarre giovamento e nuovi stimoli dalla creazione ai confini del parco di aziende faunistico venatorie.

Su news locali di Radio Delta Velletri Stereo http://www.rdvs.net/home.asp

mercoledì 11 giugno 2008

Il teatrino del Consiglio Comunale

Fra qualche giorno avrà luogo l’ennesima replica di una sceneggiata che ha per oggetto la perimetrazione del Parco dei Castelli Romani. E che si tratti di una sceneggiata lo sanno tutti: maggioranza e opposizione sono perfettamente a conoscenza del fatto che la perimetrazione del Parco è quella stabilita con deliberazione n. 1 del 31 marzo 1998 del commissario ad acta architetto Paolo Ravaldini, che c’è già una giurisprudenza consolidata sul tema e che rispetto a questa decisione nessuno ha intenzione di tornare indietro, come dimostra il fatto che anche la giunta di Centro destra non ha fatto alcun atto in questo senso. C’è da chiedersi allora per quale motivo replicare uno spettacolo noioso che crea aspettative inutili in un pubblico urlante e agitato convinto – perché è stato ripetuto da qualche geometra che si sente un oratore – che la montagna i boschi gli animali i fiori siano un patrimonio degli abitanti della montagna stessa e non un bene comune di tutta l’umanità: sarebbe come pensare che il mare dell’isola di Ponza sia fruibile solo dai suoi abitanti o che San Pietro appartenga esclusivamente agli abitanti del Quartiere Prati.
La riproposizione dell’argomento trae spunto dalla recente inaugurazione di due aree per picnic nel territorio di Velletri e Lariano, una delle quali affidata per la gestione ad un’associazione di diversamente abili. Due luoghi magnifici che consentiranno ai cittadini di usufruire in modo compatibile del Parco. La presenza delle amministrazioni comunali di Lariano e Velletri alla cerimonia svoltasi a maggio sta a significare senza dubbio la partecipazione delle amministrazioni alle attività del Parco stesso e la collaborazione piena e attiva con gli organismi dirigenti.
In un periodo nel quale si parla necessariamente di riduzione dei costi della politica viene da chiedersi quanto costi una seduta di consiglio comunale inutile: fosse una farsa divertente potremmo considerarla un evento della politica del panem et circenses ; invece saremmo costretti ad assistere ad un ignobile teatrino recitato da attori dilettanti che non sanno bene il copione a memoria e che sembrano star lì solo per offendere l’intelligenza dei cittadini.
La Spinosa per l’Ambiente

lunedì 9 giugno 2008

Nucleare, la parola a Carlo Rubbia


In una recente intervista, Carlo Rubbia ( premio Nobel per la fisica ) ( come Scajola ) ha dichiarato:“Il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l’uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo
sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra”." Quando è stato costruito l’ultimo reattore in America? Nel 1979, trent’anni fa! Quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi
dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dallo Stato per mantenere l’arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l’uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie”.“ Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali."" Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell’umanità. Ma non si risolve il problema
nascondendo l’anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso”.“C'è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari,
produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell’elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l’energia necessaria all’intero pianeta. E un’area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un
anello solare grande come il raccordo di Roma”."I nuovi impianti solari
termodinamici a concentrazione catturano l’energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l’acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente”.Se è così semplice, perché allora non
si fa?“Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com’è accaduto del resto per il computer vent’anni fa”.
(da La Repubblica 30 marzo 2008 )