giovedì 31 gennaio 2008

Il TAR vieta la caccia nelle ZPS

da: LAC - Newsletter 1284 - 30 gennaio 2008

LOMBARDIA - VIETATA LA CACCIA IN UNA ZPS

Il TAR della Lombardia accoglie il ricorso della LAC e sancisce che le Zone di Protezione Speciale sono vietate alla caccia. Con un'importantissima e innovativa sentenza (n. 105/2008 del 23 gennaio 2008), gravida di conseguenze su tutto il territorio nazionale, il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, Sezione IV, ha accolto il ricorso presentato dalla Lega per l'Abolizione della Caccia,
difesa dall'avvocato Claudio Linzola, contro il piano faunistico venatorio della provincia di Pavia, nella parte in cui consentiva l'attività venatoria nella Zona di Protezione Speciale delle risaie della Lomellina (LAC, 29 gennaio).

Dal Circolo Legambiente Appia - Termovalorizzatori

I media ci dipingono i termovalorizzatori come il nuovo messia che ci porterà in un mondo pulito e ricco.

In attesa di raggiungere, a caro costo, questa terra (sottoterra, grazie a diossine e cancerogeni) promessa, vi invitiamo a documentarvi e discutere, sul forum inquinamento del nostro sito, intorno alle soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti.

Consigliamo la visita dei seguenti siti:

http://www.ambientebrescia.it/index.html

www.ecceterra.org
www.noinceneritori.org
http://ambientefuturo.interfree.it
http://it.youtube.com/results?search_query=termovalorizzatori&search=Cerca
http://it.youtube.com/results?search_query=raccolta+differenziata&search=Cerca

venerdì 25 gennaio 2008

DALLA RETE: PERCHE' NO ALL'INCENERITORE

Sembra ormai scontata la futura costruzione del secondo termovalorizzatore di Roma (dopo quello di Malagrotta che entrerà in funzione entro maggio 2008) da appaltare sulla via Ardeatina in un lembo di terra appartenente al comune di Albano Laziale. Questo grazie al benestare fornito in estate dal sindaco M.Mattei (su pressioni della Pisana) e precisamente a:
>Ama Roma,
>Presidente Regione Lazio, Piero Marrazzo (gurdacaso)
>Sindaco di Roma, Walter Veltroni
>Sindaci "comprensorio" Colli Albani sud, circa 15 comuni.
Chiamati in ballo anche qui i famigerati patti territoriali, eppure stavolta non si tratterebbe di pure speculazioni dormitorio-residenziali moderne ma preistoriche al tempo stesso. I termovalorizzatori sembrerebbero nuocere gravemente alla salute, di tutti. Non si parla più di brutture estetiche, di qualche acquedotto ipersfruttato e di arterie stradali sulle quali insistere marcatamente.
Si muovono le associazioni di cittadini (ultima protesta sotto la pioggia in P.zza San Pietro), i comitati tra cui alcuni in fase di formazione, wwf castelli romani, Italia Nostra e Greenpeace castelli romani.
Prendiamo coscienza di quello che vogliono realizzare, di come ci sia sempre un ulteriore soglia per caricare la nostra vita di esternalità negative non necessarie. L'interesse pubblico e collettivo non deve soggiacere all'interesse politico di pochi mendicanti della politica dissociati dai bisogni dei cittadini e delle loro comunità!

08/01/2008. E dopo Malagrotta, Albano Laziale. Si sospetta anche il futuro incenerimento dei rifiuti campani

http://www.abitarearoma.net/index.php?doc=articolo&id_articolo=6714


Conto alla rovescia per i Castelli Romani e Roma sud

http://verdicastelli.blogspot.com/2008/01/inceneritore-unopera-inutile-e-dannosa.html


E' quello della Lola!

http://it.youtube.com/watch?v=JDXV-7zUKJM
http://it.youtube.com/watch?v=-1QvpQvdO1U


Gli inceneritori sono un pacco

http://it.youtube.com/watch?v=dEMI8yY_cbY


Diffusione della diossina a distanze elevate

Le sostanze inquinanti emesse sotto forma gassosa da un impianto di incenerimento si diffondono inevitabilmente nell’ambiente circostante. In realtà il problema non è solo circoscritto all’area attigua all’impianto, in quanto le particelle solide, i composti organici volatili e semi-volatili (come la diossina), possono essere trasportate per mezzo di correnti aeree anche a notevole distanza dalla fonte di emissione. Secondo Lorber et al. (1998) solo il 2% della diossina dispersa nell’aria si deposita nel terreno circostante l’inceneritore, mentre la maggior parte viene trasportata per almeno quindici chilometri e su distanze notevolissime.

Fonti di rilascio principali della diossina nell'ambiente

-Inceneritori di rifiuti urbani 26%
-Fonderie 18%
-Inceneritori di rifiuti ospedalieri 14%
-Attività metallurgiche non legate al ferro 4%

Il restante 38% è dovuto agli impianti di riscaldamento domestico, incendi e traffico.



Quantità di diossina generata da un moderno inceneritore-termovalorizzatore

La Comunità Europea, al fine di contenere l’emissione di diossina, ha stabilito il limite di emissione degli inceneritori a 0.1 nanogrammi per metro cubo, concentrazione da 10 a 100 volte inferiore a quella delle vecchie strutture. Si mostrerà adesso che questa quantità, in relazione con i limiti imposti dall’OMS, non è tuttavia sufficiente a garantire la salute umana. Prendiamo in esame un inceneritore tipo, che tratta 800 tonnellate al giorno di rifiuti. Per leggi chimico-fisiche, legate alla necessaria presenza di ossigeno affinché avvenga il processo di combustione, l’inceneritore emetterà 210.000 metri cubi di fumi all’ora. Ciò significa che il suddetto termovalorizzatore, per mantenersi nei limiti di legge, dovrà emettere un quantitativo massimo di diossina pari a:

0.1 nanogrammi * 210.000 metri cubi * 24 ore, uguale a 504.000 nanogrammi al giorno.

Questo dato, equivalente a 504 milioni di picogrammi al giorno, secondo i valori stabiliti dall’OMS, corrisponde alla dose massima giornaliera per 1.800.000 adulti!



Lo sapevi che... nella tragedia di Seveso (http://pesanervi.diodati.org/pn/?st=337) vennero rilasciati nell'atmosfera solo pochi chilogrammi di diossina?

...Con quella fuga di diossina, fu rilasciata in balìa dei venti una quantità mai misurata con precisione di TCDD, ma certamente di pochi chilogrammi. Molto pochi. Già, perché di diossina ne basta davvero una quantità minima, per rendere incompatibile con la vita una zona di territorio. Pensiamo ad un dato molto semplice: prendendo i risultati ottenuti dalla ricerca scientifica, la normativa italiana prevede che la concentrazione massima di diossina nel terreno deve essere al di sotto di 10 picogrammi per ogni grammo di terreno. Un picogrammo è un milionesimo di microgrammo o, se si preferisce, la miliardesima parte di un milligrammo. Veramente una quantità minuscola. Basta superare 10 di questi miliardesimi di milligrammo, per far dichiarare un terreno, dalla legge, come inquinato, contaminato. Ecco perché è pericoloso, il TCDD: ne basta una quantità insulsa, che per la nostra percezione è un nulla, per fare danni gravi...

mercoledì 16 gennaio 2008

... a proposito di inceneritori ...

RIFIUTI: INCENERITORE DI TERNI BRUCIAVA A TEMPERATURE TROPPO BASSE
Gli accertamenti tecnici eseguiti dal Corpo forestale dello Stato sull´inceneritore di Terni forniscono dati allarmanti su possibili emissioni di diossina
16 gennaio 2008 - Il sostituto procuratore di Terni che si stata occupando dell'inchiesta sull'inceneritore municipale ieri ha firmato nove avvisi di garanzia a carico del sindaco e dei vertici della ASM (Azienda servizi municipalizzati), che gestisce l'impianto, dove si ipotizza anche il reato di disastro ambientale.
Da Corpo Forestale dello Stato - Newsletter n.615 del 16/1/2008 - Anno IV

martedì 15 gennaio 2008

Differenziata contro gli inceneritori

La grave situazione dei rifiuti deve poter essere una occasione con la quale Stato, Regioni e Comuni, inizino a ragionare guardando al futuro. Si prendono come esempio le nazioni europee (Germania, Svizzera, ecc) che in questo momento ricevono le nostre ecoballe. Tali nazioni si dotarono di inceneritori quando l’utilizzo della differenziata era ancora a percentuali molto basse e, per ridurre il volume, utilizzavano questi impianti. Ora essendo arrivati ad una quota differenziata di oltre il 50%, tali strutture sono sottoutilizzate e, per far quadrare i bilanci, ricorrono al nostro “oro sporco”. E’ quindi una fase ormai sorpassata e bisognerebbe perciò non incentivare investimenti che, di qui a pochi anni, diventerebbero comunque non redditizi. La gestione di questi impianti è per di più molto complessa ed eventuali errori, cattive manutenzioni o mancanza di una doverosa selezione, provocherebbero la produzione della pericolosissima e tossica diossina, senza parlare di CO2, zolfo e polveri sottili. Non dimentichiamo inoltre che gli inceneritori o termovalorizzatori, non azzerano il volume dei rifiuti ma, appunto, lo riducono di circa 1/3. I rimanenti 2/3 andrebbero comunque trattati e stoccati in discarica. Una ulteriore spesa dunque ma, di questo, non se ne parla.
Il progetto di Piattaforma Trattamento Rifiuti ai Cinque Archi non è altro che, se mai verrà costruito, un impianto di produzione di C.D.R. (combustibile da rifiuto), le famose ecoballe, il carburante degli inceneritori. Un progetto quanto mai non idoneo per svariati motivi. La scelta del luogo, il bacino di utenza ed in ultimo la lontananza con il più vicino inceneritore, sono i principali motivi per i quali ci siamo sempre opposti a tale progetto. Dobbiamo al contrario puntare a far funzionare, incentivare ed educare alla raccolta differenziata, al recupero ed al riciclaggio dei rifiuti. E’ con questo spirito che ci si oppone all’impianto progettato per Albano, è con questo spirito che si guarda e si concretizza il futuro.

lunedì 14 gennaio 2008

NO ALL'INCENERITORE DI ALBANO

Pubblichiamo il volantino del Coordinamento contro l'inceneritore

Marrazzo, AMA, ACEA e Cerroni vogliono bruciare il nostro futuro e la
nostra salute facendo costruire un'inceneritore sul nostro territorio per far
fronte al problema rifiuti. Altri sindaci dei comuni dei Castelli Romani,
tra cui il sindaco di Albano Mattei, hanno aderito a questa folle iniziativa
con una richiesta formale alla regione Lazio.
NO all' INCENERITORE
no alle false soluzioni al problema rifiuti che minano la salute,
l'ambiente e le nostre tasche
L 'INCENERIMENTO:
INQUINA i suoli, le falde acquifere e l'ambiente atmosferico con un raggio di 40 km!
INCORAGGIA LA PRODUZIONE DI RIFIUTI, i suoi gestori si arricchiscono
proporzionalmente ai rifiuti prodotti e quindi bruciati.
BLOCCA LA RACCOLATA DIFFERENZIATA perché questa limita i rifiuti da incenerire
NON RIDUCE LE DISCARICHE, anzi necessita di altre particolari discariche per ceneri e rifiuti
speciali prodotti dall'incenerimento. Infatti nel caso particolare si costruirà comunque la
settima buca.
NON È UNA SOLUZIONE ALLE EMERGENZE, la costruzione di un impianto di incenerimento
richiede almeno 4-6 anni di lavoro
RICHIEDE INGENTI INVESTIMENTI ECONOMICI PUBBLICI, in parte sottratti da quelli
destinati alle energie rinnovabili
crea MENO OCCUPAZIONE di quella che crea l'industria del riciclaggio
Mercoledì 16 gennaio ore 16.00
P.zza S.Pietro di Albano Laziale
sit-in informativo con mostra espositiva
Sabato 2 febbraio ore 16.00
Municipio di Albano Laziale
assemblea pubblica per proseguire insieme con una mobilitazione
Le nostre proposte:
R ICICLARE – passare ad un sistema di raccolta differenziata porta a porta che in altre città d'Italia ha
permesso un riciclaggio dei rifiuti dell'80% , un'occupazione maggiore di quella che può fornire
un'inceneritore ed una spesa pubblica inferiore.
R IDURRE la produzione dei rifiuti a livello industriale diminuendo gli imballaggi, le confezioni e
favorendo la vendita di prodotti “alla spina”.
R IUSARE – favorire l'uso di prodotti riutilizzabili più volte invece che i diffusissimi usa e getta.
Coordinamento contro l'inceneritore di Albano

martedì 8 gennaio 2008

Rifiuti: ultima ratio

Avviare concretamente la raccolta differenziata e dire un netto no agli inceneritori ulteriore fonte di inquinamento.
Recuperare il tempo perso e fare dei rifiuti una vera risorsa … senza bruciarla.

La singolare coincidenza dell’emergenza rifiuti a Velletri e Napoli, fa sicuramente riflettere. Una emergenza che per la grande città del sud assume sicuramente contorni foschi di interessi economici che certamente, coinvolgono anche la malavita organizzata. Quello che in ogni caso ci accomuna è la lunghissima cattiva gestione del problema che ha bruciato assieme, risorse infinite ed altrettanto territorio. Una cattiva gestione prolungata nel tempo che coinvolge tutti gli schieramenti politici che si sono succeduti al governo della città ed alla gestione delle società municipalizzate di smaltimento dei rifiuti.
Il clima di emergenza non può far altro che alimentare fuochi di errate scelte. Come quando, per un errore nella gestione della rete elettrica nazionale, venne causato un black out generale, si gridò subito al ritorno dell’energia nucleare, così ora, con i rifiuti che diventano non solo un problema sanitario e di decoro ma anche di ordine pubblico, si urla all’avvento degli inceneritori – termovalorizzatori come panacea di tutti i mali.
Non è così. L’inceneritore deve essere soltanto “ultima ratio”, di fronte ad una corretta gestione dell’immondizia. Dobbiamo, e non solo pensando alle emergenze locali ma anche a quella planetaria (qualcuno ricorda il protocollo di Kioto?), puntare unicamente alla riduzione dei prodotti di scarto ed al loro riciclo e riutilizzo. Tale virtuosa conduzione porterà anche a notevole risparmio da parte dei comuni e di conseguenza dei cittadini stessi. L’esasperazione è cattiva consigliera e certe volte alcune situazioni, sembrano essere create di proposito. Non a caso spesso, dietro a grandi opere ed appalti, si nascondono mafie e tangenti. L’Italia ne è piena, insieme ai rifiuti !
Per Velletri chiediamo una immediata normalizzazione della raccolta dei rifiuti ed ancor prima una regolarizzazione dello svuotamento delle campane di raccolta della differenziata. Il lavoro svolto lo scorso anno dal Forum dell’Agenda 21 dava precise indicazioni all’Amministrazione Comunale in merito al problema. Per quanto riguarda La Spinosa, continueremo ad essere presenti nelle scuole e portare alle nuove generazioni quella educazione ambientale che troppo spesso manca.

mercoledì 2 gennaio 2008

Parco Regionale: attività di vigilanza

PARCO REGIONALE DEI CASTELLI ROMANI
COMUNICATO STAMPA n. 76

2 gennaio 2008

Rapporto 2007 sull’attività di vigilanza

Il Parco fa il bilancio dell’attività di vigilanza sul territorio

Rocca di Papa (Roma) – L’attività di vigilanza che il Parco effettua quotidianamente sul territorio è una delle azioni più importanti messe in atto dall’Ente per la tutela dell’ambiente. Tale attività è svolta dai guardiaparco in servizio al Parco dei Castelli Romani che, divisi su turni, garantiscono la vigilanza 365 giorni l’anno. Per il 2007 tale attività si è tradotta in numerose sanzioni amministrative notificate per circolazione fuori strada, raccolta funghi al di fuori dei giorni previsti, violazione delle norme forestali e abbandono di rifiuti. “L’impegno cui il Parco è chiamato – commenta il presidente dell’Ente, Gianluigi Peduto – nella vigilanza si può esprimere chiaramente in pochi numeri. 12mila ettari, 15 comuni, oltre 350mila residenti e 20 guardiaparco. Nonostante ciò l’Ufficio Vigilanza svolge un lavoro attento e capillare e contribuisce a portare fra i cittadini l’Ente Parco, grazie alla presenza quotidiana sul territorio. Il rapporto fra dimensioni del Parco e numero dei guardiaparco impone però la ricerca di strade più efficaci per la tutela: per questo l’Ente punta l’attenzione sull’educazione ambientale affinché ciascuno, che sia il residente o il turista, si senta coinvolto in prima persona nella protezione dell’ambiente”. Nel 2007 sono stati notificati all’autorità giudiziaria diversi reati, con relativi sequestri e integrazioni, in particolare sono state svolte costantemente attività di antibracconaggio e di prevenzione della circolazione fuori strada; attività di controllo di corretta applicazione dei nulla osta urbanistici e forestali; attività di recupero della fauna selvatica in collaborazione con il servizio veterinario della Asl dei comuni di Albano e Ariccia, la Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) e il WWF; attività di recupero di carcasse di animali in collaborazione con il servizio veterinario delle Asl e bonifica periodica delle zone interessate dall’abbandono dei rifiuti. I guardiaparco sono stati inoltre impegnati in attività di controllo dell’avifauna per la prevenzione dell’emergenza aviaria, così come previsto dalle disposizioni regionali; hanno svolto attività di antincendio in collaborazione con le protezioni civili e i vigili del fuoco; hanno effettuato censimenti degli scarichi di acque reflue nel Lago Albano.