mercoledì 6 febbraio 2008

CONCLUSIONE DELLA STAGIONE VENATORIA: 54 MORTI E 76 FERITI

DA: LAC - Newsletter 1286 - 1° febbraio 2008

CONCLUSIONE DELLA STAGIONE VENATORIA

Al tramonto di giovedì 31 gennaio si è conclusa la stagione di caccia 2007/08, iniziata a settembre. I cacciatori italiani sono passati dai 2 milioni degli anni ´60 ai circa 700.000 di oggi, ed un´attività ormai oggetto del disprezzo della maggioranza degli Italiani, di scarso interesse per i giovani d´oggi, cerca di sopravvivere ai propri errori invocando assurde /deregulations/, anziché concorrere alla salvaguardia del patrimonio faunistico e degli habitat.
I dati della stagione di caccia che volge alla fine attestano una sequenza impressionante di fatti di sangue o altri incidenti di caccia: 54 morti e 76 feriti per episodi correlati all´impiego di armi da caccia o all´esercizio venatorio (10 morti e 16 feriti per la sola caccia al cinghiale); 2 morti (di cui 1 minorenne) e 21 feriti tra cittadini comuni non dediti alla caccia (lavoratori vari, agricoltori, passanti).
Anche l´alto numero di cacciatori colpiti da infarto nella zone di caccia (21 morti e 2 ricoveri), mentre vagavano con armi cariche, dimostra la frettolosità degli esami medici per il rinnovo delle licenze, e l´inadeguatezza del Decreto del Ministero Sanità del 28/4/1998 sui requisiti psicofisici per esercitare la caccia, che nulla prescrivono o vietano in caso di malattie cardiovascolari.
Non è garantito che maggior rigore venga prestato al preliminare accertamento di turbe psichiche, questo obbligatorio, stanti le tragedie avvenute negli ultimi anni connesse all´uso a fini di violenza privata di armi da caccia.

I dati completi sulla pagina web:*
http://www.abolizionecaccia.it/index.php?id=20 *

L´insufficienza dell´attività di vigilanza non riesce ancora a contrastare alcune importanti sacche di bracconaggio, come nella provincia di Brescia, nei laghi costieri pugliesi, in Sardegna e nelle lagune venete, compreso in special modo il Delta del Po, nelle piccole isole tirreniche e siciliane, ove imperversano l´abbattimento di esemplari di specie protette, il mancato rispetto dei limiti di
carniere, l´impiego di mezzi non consentiti (come trappole, lacci, uso di richiami acustici a funzionamento elettromagnetico).
Ancora inattuato dalle Regioni il divieto di impiego di pallini di piombo nella caccia in zone umide, previsto dalla legge 66/2006.
Sono sempre in corso due ulteriori procedure di infrazione comunitaria, avviate dalla Commissione UE, su violazioni da parte di 13 Regioni della Direttiva 79/409 CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici, per la caccia in deroga a specie protette (come fringuelli, peppole, passeri)
(Lega per l'Abolizione della Caccia, Ufficio Stampa, 31 gennaio)

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