mercoledì 24 giugno 2009

Finalmente il PIano di Assetto del Parco dei Castelli Romani

Il Parco Regionale dei Castelli Romani è stato istituito venticinque anni fa (1984), ma ha avuto una gestazione difficile e controversa, per definirne la perimetrazione sono state necessarie due adozioni commissariali, la prima nel 1995 (adozione del commissario La Presa), la seconda nel 1998 ad opera di un commissario “ad acta” (Ravaldini).
La perimetrazione rispetta lo scopo fondamentale della legge istitutiva che è quello di tutelare l’ integrità delle caratteristiche naturali e culturali del vulcano laziale: questo è il motivo per cui sono compresi anche i centri storici, che prima o poi andranno valorizzati e restaurati.
Fino ad oggi mancava un piano di assetto che è lo strumento cardine per la gestione urbanistica del parco: l’ incarico per la redazione del piano d’ assetto o meglio per l’ adeguamento alla legge regionale 29/97 (legge regionale delle aree protette) è stato conferito all’ Ing. Berdini nel 2001, dopo vicende alterne il consiglio direttivo del parco ha adottato tale strumento urbanistico il 21 maggio 2009.
I cittadini dei Castelli hanno atteso venticinque anni l’ adozione del piano di assetto, un atto dovuto per legge, che avrebbe dovuto essere approvato diciotto mesi dall’ insediamento degli organi di gestione.
In questi venticinque anni le amministrazioni comunali hanno perseguito politiche di espansione edilizia, mostrandosi incapaci di elaborare piani alternativi di sviluppo e compromettendo purtroppo ampie zone, nello stesso arco di tempo ci sono stati anche tre condoni edilizi che hanno ulteriormente alimentato l’ edilizia abusiva persino su terreni demaniali.
Oggi gli spazi verdi da salvaguardare sono ridotti ad aree residuali e il piano d’assetto adottato è un piano modesto rispetto alle aspettative del comitato promotore che ha operato agli inizi degli anni ottanta, ma almeno tutela oggi quello che è rimasto.
Il consiglio direttivo del parco ha adottato anche il regolamento delle attività compatibili con la gestione del parco che va ad aggiungersi al regolamento delle attività nei bacini lacuali.
Ora il parco dispone degli strumenti per il suo funzionamento, certo rimane l’ amara considerazione che per fare tutto ciò sono stati necessari venticinque anni, ciò la dice lunga su un’ intera classe politica che ha amministrato i comuni dei Castelli in questi anni.
Con questi atti si sono definiti i contenuti all’ interno dell’ area protetta: ora si apre la fase della gestione, del controllo del territorio e dello sviluppo delle opportunità.
Per fare ciò è necessario che gli amministratori sappiano mettersi in rete per accedere ai fondi europei in particolare quelli destinati al restauro dei centri storici nelle aree protette.

Italia Nostra – Castelli Romani
Alternativamente
Picchio Rosso
La Spinosa per l'Ambiente 24/06/2009

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