mercoledì 24 giugno 2009

Rigurgiti contro Natura

E’ difficile continuare a scrivere ancora sul Parco dei Castelli Romani, sul suo Piano d’Assetto e sulla sua Perimetrazione. Sono passati 25 anni dall’istituzione dell’Area Protetta che ci piace ricordare è stata di Iniziativa Popolare, richiesta cioè dai cittadini stessi, una delle poche in Italia. Ci dispiace essere ripetitivi ma, sembra che alcune cose non possano e non vogliono essere capite.
Crediamo sia inutile ricordare che l’area contesa è già regolamentata da leggi che escludono assolutamente che gli abusi edili commessi, non saranno mai sanati. Ora la “colpa” di questo mancato condono lo vogliono addossare all’Ente Parco. Chi gioca su questa bugia lo fa per chiari motivi personali e professionali: hanno promesso condoni e presunte regolarizzazioni che mai verranno concesse ed hanno poi addossato le presupposte ed inesistenti colpe al cosiddetto “ampliamento” del Parco. Sarebbe meglio tornare indietro di qualche anno. Il perimetro istitutivo comprendeva il territorio comunale nella sua interezza ovvero fino ad Aprilia. Quello erroneamente ed ufficialmente richiesto da maggioranza ed apposizione al primo consiglio comunale nel 2008 dell’era Servadio, una enorme gaffe politica frutto dell’ignoranza. Poi arrivò quello provvisorio che lo riduceva fino ad arrivare a circa 8000 ettari. Studi e ricognizioni hanno poi definitivamente stabilito la perimetrazione a circa 12.000 ettari comprendendo, giustamente, gran parte delle aree boscate ed includendo nella cosiddetta Area Contigua le zone urbanizzata più a ridosso dell’area protetta. Si attuava così la cosiddetta “zonizzazione”, comune a tutte le aree protette (Parchi Nazionali, Regionali e Zone …..), che vede aree diverse più o meno tutelate a seconda della tipologia del territorio interessato. Tale perimetrazione è già stata oggetto di discussione e di giudizi amministrativi che, puntualmente, hanno confermato attraverso le sentenza del T.A.R. del Lazio, la legittimità di tali confini.
E’ legittimo che qualcuno non sia d’accordo e che manifesti il suo disappunto anche se anacronistico, ci spiace sottolineare al contrario la posizione di quei partiti e coalizioni politiche che un tempo promossero l’istituzione del Parco stesso ed ora, probabilmente alla rincorsa di una manciata di voti, hanno cambiato totalmente idea.
C’è il solito tormentone poi del “carrozzone politico” che ha solo dato qualche decina di posti di lavoro agli amici degli amici e non ha fatto altro. Crediamo che ciò sia ingiusto nei confronti di chi ha superato un concorso pubblico e si adopera quotidianamente nella difesa del territorio. Tra l’altro ricordiamo che alla guida del Parco si sono alternate giunte di centro sinistra e centro destra: questa accusa è perciò un boomerang. A questo aggiungiamo inoltre un ostruzionismo di base che a da sempre accompagnato le iniziative del Parco, un ostruzionismo che non ha fatto decollare un ente pubblico che può far tanto non solo per la conservazione ma anche per lo sviluppo economico della zona. Attraverso l’Ente è infatti possibile ad accedere a fondi europei dedicati che in altra maniera non si potrebbe ottenere.
Non ci meravigliamo di una manifestazione popolare che ha più il carattere folkloristico che popolare, testimonianza di un passato che non è più. Centinaia sono le indicazioni che il futuro del nostro pianeta passa attraverso la difesa del territorio. Non citiamo le associazioni internazionali come WWF o Green Peace ma l’ONU, i cui documenti prodotti dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) sono consultabili in lingua italiana su internet. Si parla di cambiamenti climatici e biodiversità, ne consigliamo una attenta lettura a politici ed amministratori passati, presenti e futuri, che, tranne qualche rara eccezione, ne sono completamente a digiuno. La difesa del Pianeta inizia dalla propria terra, buona lettura !

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