giovedì 25 settembre 2008

Caccia: la L.A.C. chiede l'applicazione delle leggi


dal sito della Lega per l'Abolizione della Caccia: http://www.abolizionecaccia.it/
(nella foto: reidratazione con acqua e glucosio di pettirosso liberato da un cappio in nylon)

Con l’apertura generale del 21 settembre, e dopo i danni e gli abusi delle pre-aperture anticipate, urge ripristinare la cultura delle regole. Circa 700.000 unità (quasi due milioni negli anni ’70) gli adepti di un’attività ormai disprezzata dalla stragrande maggioranza del Paese
Sottrarre alla Regioni tutte le competenze in materia di disciplina della caccia alla fauna migratrice ed affidarle, come avviene persino in grandi Paesi federali come Canada, USA e Australia, ad una agenzia tecnica nazionale, meno permeabile alle continue richieste di deroghe e sotterfugi legislativi locali. Vietare la caccia in tutte le ZPS, Zone di Protezione Speciale per l’avifauna segnalate da Regioni e Governo alla UE in ottemperanza alla Direttiva del 1979 sulla tutela degli uccelli selvatici.Sono alcune delle principali proposte della Lega Abolizione Caccia, per segnalare l’esigenza di una reale tutela faunistica in Italia, e di porre un freno definitivo ad anni di deregulations regionali della disciplina dell’attività venatoria. La LAC ricorda che molte delle "pre-aperture" della caccia in 15 Regioni, con inizio dell'abbattimento di alcune specie già dai primi di settembre, sono avvenute in violazione della legge 157/92 che disciplina l'attività venatoria, e che prevede in tali casi la presenza di adeguati piani faunistici regionali (mai redatti).E’ ancora disapplicata la legge 66/2006 che prevede l’introduzione del divieto di impiego di munizioni a pallini di piombo durante la caccia nelle zone umide (per prevenire la mortalità indotta negli acquatici col fenomeno del saturnismo da ingestione dei pallini nei fondali), e ci sono forti pressioni sul Ministero dell'Ambiente per prorogare di un anno ancora il bando nelle zone umide incluse nelle zone di protezione spaciale per l'avifauna.Le Regioni ed il Ministero delle Politiche Agricole stanno mostrando, rispettivamente, la loro completa inadeguatezza a tutelare gli ambienti di riproduzione e sosta delle specie migratrici, come stabiliscono le direttive comunitarie "Uccelli" ed "Habitat" rispettivamente del 1979 e del 1992, mostrandosi più preoccupate di accondiscendere ai continui capricci delle lobbies "calibro 12".Occorre, secondo la LAC, tornare quantomeno ad un sistema di regole certe e più rigide, abolendo la legge 221 del 2002 che delega alle Regioni la possibilità di aprire la caccia a specie protette a livello comunitario, ed impedendo alla Regioni stesse di minacciare un patrimonio internazionale, sempre più a rischio per l'ingordigia dell'estremismo venatorio. In particolare va scoraggiata la mobilità interregionale dei cacciatori di specie migratrici.

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